Le formazioni calcaree di Montallegro raccontano millenni di storia geologica. Questi affascinanti paesaggi rocciosi, plasmati dal vento e dall’acqua, offrono scenari spettacolari per gli amanti della fotografia e delle escursioni. I sentieri che si snodano tra queste formazioni rocciose sono perfetti per trekking di varia difficoltà, con panorami mozzafiato sul Mediterraneo che ripagano della fatica.
Il fascino della pietra bianca
Il caso di Montallegro, nel cuore della vasta formazione gessoso-solfifera della Sicilia centro meridionale, rappresenta in modo esemplare le possibilità operative offerte dal gesso adoperato come pietra da costruzione e come legante.
Così annota Goethe, in viaggio verso Agrigento nel 1787, abbacinato dallo scintillio della bianca pietra gessosa, nota predominante e tratto distintivo del paesaggio naturale attorno a Montallegro. Su alcune colline è possibile scorgere piccole costruzioni rurali in gesso a pianta circolare con cupoletta.
Ben quattro torri in pietra gessosa controllavano il breve tratto del territorio montallegrese: tra la torre di Siculiana, di Garebici e quella di Capo Bianco, la Torre detta Salsa o di Marinata fu finita nel 1596, come risulta dalla corrispondenza del Viceré Olivares con i giurati ed il governatore di Montallegro.
Sappiamo che la produzione della calce rimaneva uno dei punti-chiave nell’approntare il cantiere di una città: occorreva attivare un certo numero di calcare, non troppo lontane dal sito per contenere tempi e costi di trasporto, che fossero in grado di rifornire con continuità la fabbrica. All’interno della calcara vi era un operaio specializzato, che aveva il compito di formare con i massi, un cono alto 4/5 metri. Il cono formato con le pietre era vuoto in modo da permettere il processo di combustione, che veniva fatto con paglia e legna. Tale processo durava 12 ore poiché si attendeva che i massi stemperassero per poterli maneggiare. Per costruire il cono di pietra ci volevano almeno 3-4 giorni. Si insaccava il gesso con delle sassule, larghe davanti e strette dietro, per non alzare molta polvere. I sacchi erano di olona, cotone ritorto, resistente e a trama strettissima; talvolta erano utilizzate le bettuli, le doppie bisacce per i muli.
Nel ricchissimo Museo della Civiltà contadina, sono presenti gli strumenti della fatica quotidiana, donati dagli stessi cittadini, a testimonianza del lavoro nelle campagne e nelle cave di gesso, come gli arnesi dei gessaioli.
Alla periferia occidentale del paese moderno vi erano almeno otto fornaci in uso fino alla seconda metà del secolo scorso, che si affiancavano all’attività estrattiva delle cave di gesso, non ancora topograficamente identificate con precisione, in tempi più recenti condotta anche con l’ausilio di esplosivi.
Lo studio delle fornaci è di grande interesse per la comprensione dei cicli produttivi preindustriali. In questo senso l’evidenza degli impianti produttivi costituisce un elemento caratterizzante del paesaggio storico della produzione, che dal tardo antico giunge all’età contemporanea.
Flora resiliente
Le formazioni calcaree di Montallegro ospitano una vegetazione unica, caratterizzata da specie che si sono adattate a condizioni estreme: scarsità d’acqua, forte irraggiamento solare e substrato roccioso con poco terreno. Questa flora resiliente rappresenta un esempio straordinario di adattamento evolutivo.
Tra le specie più caratteristiche troviamo:
- Il cappero (Capparis spinosa): con i suoi bellissimi fiori bianchi e rosa che sbocciano tra le fessure della roccia, è diventato simbolo della resilienza della flora locale.
- L’euforbia arborescente (Euphorbia dendroides): un arbusto dall’aspetto quasi alieno, con rami carnosi che in estate perdono le foglie per limitare la traspirazione.
- Il finocchio marino (Crithmum maritimum): pianta aromatica dalle foglie carnose, ricche di sali minerali e utilizzate nella cucina tradizionale.
- Il timo siciliano (Thymus capitatus): che forma cuscini profumati tra le rocce e viene utilizzato sia in cucina che nella medicina popolare.
- L’elicriso (Helichrysum italicum): con i suoi caratteristici fiori gialli dal profumo intenso e persistente.
La primavera è il periodo migliore per ammirare questa flora straordinaria, quando le rocce bianche si colorano di mille sfumature grazie alla fioritura di orchidee selvatiche, asfodeli, campanule e numerose altre specie endemiche.
Percorsi e sentieri escursionistici

Le formazioni calcaree di Montallegro sono attraversate da una rete di sentieri che permettono di esplorare questo paesaggio unico in tutta sicurezza. I percorsi sono stati tracciati rispettando l'integrità dell'ambiente naturale e offrono esperienze adatte a ogni livello di preparazione fisica.
Sentiero delle Rocce Bianche
Difficoltà: Facile
Lunghezza: 3,5 km
Tempo di percorrenza: 1,5 ore
Un itinerario ad anello ideale per le famiglie, che si snoda tra le formazioni calcaree più accessibili e offre numerosi punti panoramici sul mare di Bovo Marina.
Sentiero dei Fossili
Difficoltà: Media
Lunghezza: 5 km
Tempo di percorrenza: 2,5 ore
Un percorso affascinante che porta alla scoperta dei principali siti fossiliferi della zona, con pannelli didattici che illustrano la storia geologica del territorio.
Sentiero dell'Aquila
Difficoltà: Impegnativa
Lunghezza: 8 km T
empo di percorrenza: 4 ore
Il percorso più selvaggio e spettacolare, che raggiunge le formazioni calcaree più elevate offrendo una vista panoramica a 360° sul territorio circostante, dalla costa alle montagne dell'entroterra.
Durante le escursioni è consigliabile indossare calzature adeguate, portare con sé acqua in abbondanza e, nei mesi estivi, evitare le ore centrali della giornata quando le temperature possono essere molto elevate e il riverbero del sole sulla roccia calcarea particolarmente intenso.
Paesaggi modellati dal tempo tra storia e natura
Le formazioni calcaree di Montallegro rappresentano un paradiso per gli appassionati di fotografia, grazie all’incredibile contrasto tra il bianco abbagliante della roccia e il blu intenso del cielo siciliano. La luce che si riflette sulle superfici calcaree crea giochi di ombre e sfumature che cambiano continuamente nel corso della giornata.
I momenti migliori per la fotografia sono:
- L’alba: quando i primi raggi del sole tingono la roccia calcarea di tonalità rosate e dorate, creando un’atmosfera quasi surreale.
- Il tramonto: quando le pareti rocciose rivolte a ovest si infiammano di rosso e arancio, offrendo alcune delle scene più spettacolari dell’intera Sicilia.
- Le giornate leggermente nuvolose: quando le nuvole filtrano la luce c



